Informazioni Utili #6

Informazioni Utili #1 – Fuggire sì ma dove?
Informazioni Utili #2 – Dove vivere a Manchester
Informazioni Utili #3 – Affittare casa a Manchester
Informazioni Utili #4 – Trasporto pubblico. Cioè trasporto privato
Informazioni Utili # 5 – Imparare l’inglese in UK

Visto che oramai ci siamo, che anche se io sto per andare – di nuovo! – in (mini) vacanza, voi invece le vacanze di sole, mare e mezze maniche allo scoglio le avete finite e vi è tornato in mente che fra pochi giorni è settembre e si ricomincia, mi pare un buon momento per il post più richiesto di sempre: lavorare in Inghilterra.

In effetti manca poco a quando vi renderete conto che non eravate in ferie, ma in disoccupazione, che non vi stavate tenendo liberi per vedere la mamma, ma pranzavate da lei per risparmiare, che non potete andare avanti così a scrocco, ma è ora di emigrare. Per voi ho buone notizie: lavorare in Inghilterra si può.

Certo, nel mondo ideale lavorano solo i cattivi e gli scemi e noi invece andiamo al mare tutto l’anno, ma in attesa che l’idea diventi realtà anche noi fichissimi dobbiamo lavorà. Allora ecco qualche suggerimento su come cercare lavoro (mortacci).

lavoratori

Scrivete due CV in inglese, uno con gli studi che avete fatto e le esperienze nel campo che avete scelto come il lavoro dei vostri sogni e uno con le esperienze (vere o presunte) nel vasto campo della ristorazione.

Il primo CV lo usate in tutte le agenzie di lavoro, lo caricate sui loro siti assieme alla vostra lettera di presentazione e lo portate a tutti i colloqui, come traccia da usare nel parlare delle vostre aspirazioni. Suggerirei di provare a fissare appuntamenti conoscitivi con i recruiter delle agenzie di lavoro, in modo da farvi conoscere e non restare un mero pezzo di carta. Andate di persona, chiamateli al telefono, seguiteli al pub, quello che volete, ma andate a conoscerli, altrimenti sarete solo un codice nel loro computer.

Può capitare, soprattutto all’inizio, che vi dicano che senza almeno due anni di lavoro in UK alle spalle non vi assumeranno: è una scusa, non è vero, vuol solo dire che al momento non hanno niente per voi, e che magari il vostro inglese è ancora un po’ stentato. Non vi scoraggiate, in pochi mesi parlerete meglio e quella scusa non la sentirete più.

Il secondo CV, quello farlocco, lo usate in attesa che qualcuno capisca che in realtà siete dei poeti (o medici, o manager, o quello che vi pare) e lo portate a mano in tutti i ristoranti, pub, negozi, alberghi che trovate in strada, dicendo onestamente che avete bisogno di soldi e in attesa di fare il lavoro della vita va bene pure il cameriere (un po’ come i camerieri di Los Angeles, che in reltà sono tutti stelle-di-Hollywood-to-be).

E basta. Si fa così.
Presumibilmente troverete prima un lavoro da poco, ma che comunque sarà molto utile sia perché vi permetterà di sopravvivere senza fare la fame nei vostri primi mesi, sia di praticare la lingua, ambientarvi in città, capire dove volete vivere e se sopportate la pioggia ecc.

Per quanti di voi abbiano meno di 30 anni c’è anche un’opportunità da non sottovalutare, ovvero il portale Your First Eures Job: riporta un sacco di annunci di lavoro in tutta Europa e soprattutto mette a disposizione dei soldi per andare a fare i colloqui di lavoro all’estero e per le spese di trasferimento nella nuova nazione. E’ un sito che in pochi conoscono ma è molto utile, soprattutto per chi parte senza una lira, come noi!

Insomma, in Inghilterra il lavoro si cerca esattamente come in Italia, con la differenza che però qua, dopo aver cercato, si trova anche.

oh-yeah-oh-yeah-oh-yeah-ahhhhh-ahhhhh

Ma veniamo agli aspetti meno scontati di questa ricerca: lavorare in Inghilterra si può pure se il vostro inglese non è perfetto.

Rinunciate per sempre a quell’alibi che vi eravate creati dicendo: “eh sì, ma il mio inglese fa schifo e non potrei mai fare il lavoro dei miei sogni“. Beh, perché ora fate il lavoro dei vostri sogni? Comunque il punto è che in realtà potete fare quello che volete, perché l’inglese è una lingua facile ed essere creativi nella carriera è permesso.

Gli inglesi che parlano inglese come il principe William sono pochi e la cosa più importante del vostro CV qua è che sappiate vendervi.

L’inglese migliorerà col tempo, con la pratica, con l’assorbimento inevitabile della lingua e della cultura nella quale vi immergerete una volta passata la Manica. Ovviamente all’inizio ci sarà da fare qualche sforzo, ma di sicuro sarà minore di quello che immagina chiunque abbia mai fatto un colloquio di lavoro in Italia, dove pare che per rispondere a una telefonata in inglese ogni 4 anni si debba avere conseguito una laurea in poesia ad Oxford.

Quell’aura di sacralità che la lingua inglese ha sul suolo patrio, in Inghilterra si spiaccica rovinosamente contro la quotidianità di un paese invaso dagli stranieri e dove la lingua diventa un mero mezzo di comunicazione mirato all’azione e non alla purezza della grammatica: se vi fate capire, allora va bene.

L’ho scoperto sulla mia pelle, ma anche sentendo parlare molti italiani di Manchester che hanno posizioni di rilievo nelle università: parlano bene l’inglese, ma conservano un forte accento e, spesso, molte strutture grammaticali italiane. Ma va bene così: parlano una lingua diversa dalla lingua madre, e già per questo sono ammirati, in più sono esperti del loro campo e hanno posizioni di prestigio. Non serve davvero la dizione da attore, non importa se la struttura della frase ha, alla fine, un sapore mediterraneo.

Inoltre l’essere in grado di spiegare perché volete fare un certo lavoro, cosa vi spinge a fare domanda e quali piani avete sono in Inghilterra una parte fondamentale del vostro colloquio di lavoro. La prospettiva futura può essere molto più importante del background, il che vuol dire che se avete voglia di cambiare carriera all’improvviso potete farlo. Una manager della multinazionale per la quale lavoravo l’anno scorso aveva un passato da cuoca, così come un collega di università di S.

E infine parliamo dei diritti del lavoratore.

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Ne ho già parlato in alcuni post, ne discuto costantemente con i miei amici e i familiari, ci penso spesso: lavorare in Inghilterra dà accesso a una serie di diritti che in Italia non esistono più, che esistevano forse fino agli anni ’70 ma che poi sono marciti. Questa locuzione che fa rabbrividire i datori di lavoro italiani, in Inghilterra la usano i tuoi capi. E fa tutta la differenza del mondo.

Parlo di orari di lavoro umani, di straordinari pagati, di aspettative, di ferie, di retribuzioni adeguate alla mansione, di contratti a tempo indeterminato, di progresso nella carriera, di stage pagati finalizzati all’assunzione.

Mi direte che non è tutto così fantastico come lo descrivo. Non è tutto facile, non dico certo questo. Non è tutto perfetto, non assomiglia per niente alla mia idea di vita dei sogni, proprio no.

Ma è più facile che in Italia, più dignitoso che in Italia. La vita lavorativa si affronta con più serenità, con più sicurezze e meno ostacoli. Non serve nemmeno un parente prelato o senatore in famiglia, pensate un po’!

Detto questo: la vita e il lavoro sono, secondo me, ingiustamente legate nell’immaginario collettivo attuale.
Lavorare, per me, è disumano e vorrei trovare il modo di non farlo. Per il momento cerco di fare un lavoro che non mi pesi, non mi faccia vergognare e mi permetta di campare dignitosamente e avere del tempo libero per vivere, che è quello per cui la vita è fatta.

Dico insomma che sarebbe meglio non lavorare, ma se proprio lo si deve fare, lavorare in Inghilterra è molto più facile che lavorare in Italia, e non solo perché in Italia il lavoro non si trova proprio.

Per chi fosse interessato, segnalo anche un recentissimo articolo molto interessante e che condivido in toto, in cui l’antropologo David Graeber parla di quelli che lui ha chiamato Bullshit Jobs. Ha avuto così tanti lettori che il sito è andato giù per un bel po’ di tempo. L’hanno tradotto anche in italiano.