Cambio di prospettiva

2 dicembre 2012

l'attimo fuggente

Quando è un po’ di tempo che vivi in the UK il tuo punto di vista cambia e ci sono cose che proprio non puoi sopportare.

Per esempio se il tuo capo di chiede di rimanere al lavoro mezz’ora in più per finire una cosa (peraltro assicurandoti che domani uscirai mezz’ora prima e che comunque per questo straordinario servizio avrai un bonus in busta paga), tu resti scioccata e vivi la richiesta come una pesante violazione dei tuoi diritti di lavoratore.

Se il bus arriva con cinque minuti di ritardo ti senti in dovere di far notare all’autista l’imperdonabile disservizio.

Se hai prenotato un tavolo al ristorante e non è pronto all’ora esatta in cui arrivi accetti il free drink offerto con le più sentite scuse della casa come se stessi facendo loro un favore nel dimostrarti estremamente clemente.

Se il cielo è coperto di nuvole e non filtra nemmeno un raggio di sole ma non sta piovendo ti dici che è una bella giornata.

E probabilmente riflettere su queste cose rinvigorisce la mia tesi sullo sdoppiamento di personalità dell’expat, perchè in effetti anche io, che in patria non farei niente di tutto questo, qua mi trovo a sbuffare impaziente in fila alla posta quando sono in attesa da 3 minuti. In patria quando vado alla posta metto in preventivo una mezza giornata solo per spedire una raccomandata. Al ristorante mi presento mezz’ora dopo l’orario di prenotazione, alla fermata del bus mi spertico in lodi sull’efficienza del servizio purché il bus arrivi e se ci sono quattro nuvole e 21 gradi penso che è una giornata schifosa. Per non parlare del fatto che vivo come del tutto normale un orario di lavoro minimo di dieci ore con uno stipendio ridicolo e zero diritti su malattia, ferie, contratto.

Però: paese che vai, usanza che trovi.
When in Rome, do as the Romans do, dicono gli inglesi.

E allora quando, arrivata nella mia nuova casa inglese, ho scoperto che nel palazzo non si faceva la raccolta differenziata, ho reagito da inglese.

signora scioccata

Sono rimasta scioccata, signora mia, e ho preso in mano la situazione.

Ho telefonato all’amministrazione del condominio e manifestato disappunto e sconcerto, sottolineando, en passant, anche il mio rammarico per aver notato che la lampadina fulminata dell’ingresso non era ancora stata cambiata, segno di intollerabile inefficienza. Non contenta, ho scritto al comune, narrando la mia frustrazione per non poter partecipare alla salvaguardia dell’ambiente.

Ispirata dalla mamma dell’amica B., terrore delle amministrazioni comunali del nord delle Marche, ho condotto la mia battaglia per la giustizia rivolgendomi a tutte le autorità, competenti e non.

Ho avuto delle risposte che promettevano soluzioni e per un attimo ho tentennato ragionando con la testa della me italiana e credendo di aver ricevuto promesse vane, parole gettate al vento e scuse false espresse solo per mettermi a tacere.

Ma poi la mia me inglese ha ripreso il sopravvento, ricordandomi che era lei a giocare in casa questa volta e perciò le promesse di soluzioni immediate dovevano ritenersi veritiere. Ho atteso un mese. E poi ho scoperto che la mia me inglese aveva ragione.

L’ho scoperto questa settimana, quando nella cassetta della posta ho trovato questo:

Salford recycling

E nel parcheggio del condominio ho trovato questo:

Salford recycling 2

Secondo me mi fanno cittadina dell’anno.

6 Risposte to “Cambio di prospettiva”

  1. Piperpenny said

    LOL!!
    Mi ricordi tanto me da quando vivo in Germania… (più di sei anni)

  2. la.befana said

    Sono scovolta. ma mi sta piacendo.

  3. Giovy said

    Grande Smilla.
    w il cambio di prospettive!

  4. plus1gmt said

    che già per me passare dalla Liguria alla Lombardia è stato un bel salto

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