Total shock

8 novembre 2013

Oggi a Manchester si accendono le luci di Natale.
Mi hanno detto che le vetrine dei negozi sono a tema natalizio da alcune settimane e che i pub pubblicizzano i party di Natale da agosto. Ma oggi fanno proprio la cerimonia ufficiale, quella mostruosa.
Per strada si beve mulled wine e nei ristoranti si mangiano solo zuppe.
H&M mi ha mandato il catalogo dei party dress.
I giornali parlano dei “fuel poors”, quelli che non ce la fanno a pagare il riscaldamento.

Io vedo le giraffe e sento il sole sulla pelle, poi apro gli occhi e cavolo era un sogno. Esco sotto quattro strati di vestiti e ho freddo. Porto il berretto tutto il giorno, comprese le 8 ore di lavoro in ufficio, e ho freddo. La mia capa dice che ho la saudade e io le rispondo che ho freddo.
Scrivo una mail di lavoro e penso alle stelle marine. Arrotolo l’ennesimo giro di sciarpa e sento la sabbia sotto i piedi. Guardo la Beetham Tower e immagino le palme.

Accendo i termosifoni e ricordo com’è vivere dove l’acqua calda non serve. Rinuncio all’ombrello, mi fradicio e sento il sapore della birra Tusker mandata giù come un rimedio nella gola arsa dal caldo e dalla terra, mentre siedo in un locale senza il tetto.
Assesto tutti i paraspifferi e penso al bungalow di Diani, dove le finestre non hanno i vetri ma solo la zanzariera. Abbraccio lo scaldino, affondo dentro il piumino e ricordo i tuffi in una piscina dall’acqua caldissima.

Parlo per strada col venditore di Big Issue North e rimpiango l’avido Masai che mi appioppa un souvenir dal prezzo quadruplicato.

Com’è possibile che un mese di Kenya batta due anni di Manchester?
Come si può passare, nella stessa settimana, dalla giraffa al babbo natale?

Secondo voi chi vince tra Kenya e England?

Secondo voi chi vince tra Kenya e England?